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sabato 16 giugno 2012

Ubuntu rende lobotomizzati

Le affermazioni di Fabio Erculiani, fondatore e principale maintainer di Sabayon, la famosa distribruzione Linux italiana, sono decisamente impegnative: "Canonical è come Microsoft e Ubuntu rende lobotomizzati".

Quando ho letto questa esternazione, sinceramente mi sono ritrovato a squotere sconsolato la testa: ma dopo tanti anni siamo ancora fermi a questo punto? Chiaramente da una persona come Erculiani non ci si aspetta parole di plauso e di lode per Microsoft, ma basare le proprie affermazioni sull'ormai abusato sillogismo "Microsoft = utenti stupidi" mi pare a dir poco anacronistico.
Dal mio personalissimo punto di vista a Microsoft (e a molte altre software house con lei) va invece riconosciuto il merito di aver reso l'informatica e l'uso dei computer un "fenomeno di massa", andando a semplificare la vita all'utente finale, anche a costo di "nascondere" alcuni dettagli del funzionamento più intrinseco ed interno del sistema operativo.

Questo è male? Non necessariamente.

Si pensi ad esempio alla segretaria di azienda che deve redigere una relazione, o all'anziano che si avvicina al mondo dell'informatica perchè incuriosito dai nipoti... a queste categorie di persone interessa veramente conoscere i meccanismi di allocazione della RAM, la ripartizione del tempo processore ed i dettagli di configurzione di IPTables? Direi proprio di no, anzi!!! Meno "complicazioni" si incontrano sul proprio cammino e nell'uso quotidiano del sistema, meglio è.
Dotare questi utenti di un sistema estremamente personalizzabile fin nei minimi dettagli verrebbe percepito non come un vantaggio a favore della propria libertà, bensì come una complicazione inutile all'utilizzo del computer.

Anzi, volendo forse estremizzare il concetto, le semplificazioni introdotte da Ubuntu stanno a mio avviso contribuendo a sfatare il mito che Linux sia un sistema "per smanettoni".
Invece di bollare Ubuntu come un sistema per "lobotomizzati" (espressione alquanto infelice, tra l'altro), andrebbe semplicemente effettuato un distinguo sulla fascia di utenza a cui ci si rivolge: Ubuntu è semplicemente un sistema pensato per "la massa" e, come tale, scevro da tutta una serie di tecnicismi e configurazioni avanzate che lo renderebbero ostico all'utente medio.
Se Sabayon ha deciso invece di rivolgersi ad un target di utenza più "elevato" e geek, non ci vedo alcunchè di male: gli utenti sono tanti, e c'è spazio per tutti.
Lo scopo ultimo dovrebbe essere la promozione e lo "sdoganamento" di Linux e dell'alfabetizzazione informatica a tutto tondo, e questo scopo dovrebbe essere perseguito di concerto tra tutti i principali attori del panorama Linux senza "sputar veleno" addosso agli altri solamente perchè non ci si trova d'accodo al 100% con la loro linea di sviluppo.

Queste cose fanno più male che bene...

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